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"Metodologia di recupero e conservazione di

porzione di pavimenti romani.

Dallo stacco alla musealizzazione"

a cura di Gabriele Bolognesi

del Centro di Restauro Archeologico della Soprintendenza della Toscana

(Foto di Leonardo Terreni - disegni di Fabrizio Ficozzi)

L'intervento di restauro descritto nelle note seguenti si riferisce alle porzioni di pavimenti romani scoperti durante lo scavo svolto agli inizi degli anni '90 dalla Ass. Archeologica di Volontariato Mediovaldarno sotto la direzione della dott.sa G. Carlotta Cianferoni, funzionario della Soprintendenza Archeologica per la Toscana. Le varie fasi dello "stacco" (dovuto a cause contingenti la realizzazione di un parcheggio sotterraneo) e del restauro dei pavimenti sono state curate dai sigg. Gabriele Bolognesi e Giuseppe Venturini del Centro di restauro Archeologico insieme ad alcuni membri dell'Associazione stessa.

Per visionare i pavimenti restaurati, contattare tramite la C.P. 218 Empoli o telefonare a Leonardo Terreni 0571/710537 0338/6936875, oppure ufficio Cultura del Comune di Empoli 0571/7571. il recupero presentava numerosi problemi, sia di ordine tecnico che di ordine logistico. Lo scavo archeologico era abbastanza profondo con ristagni di acqua dovuti in prevalenza a precipitazioni meteoriche oltre che ad infiltrazioni dal terreno. Il clima invernale unito alla mancanza di una copertura efficace (la costruzione di una tettoia vera e propria era impossibile visti i brevissimi tempi a disposizione per il recupero), rendeva di difficile applicazione la protezione della superficie dei pavimenti con tele e collanti di varia natura. Per non correre rischi inutili si decise, di comune accordo, di procedere allo "stacco" completo, tramite casseformi di gesso, di tutti gli strati archeologici compresa la sabbia alluvionale sottostante, ben sapendo a quali problemi di consolidamento saremmo andati incontro. Tale scelta si è rivelata corretta perché ha permesso l'esposizione didattica dei manufatti così come erano durante lo scavo, facilitandone la fruizione. 

Iniziare con la delimitazione della porzione di pavimento da recuperare, realizzare lo scavo di una trincea intorno al pavimento fino a trovare il terreno vergine, procedere con una protezione (separazione) del blocco di pavimento stesso con foglio plastificato (film pack) (foto 1).

Applicare un leggero strato di gesso (o garze intrise di gesso) sul foglio plastificato al fine di bloccare ogni piccolo cedimento del pavimento (foto 2).

Una volta bloccato il manufatto, si procede alla costruzione di una cassaforma, lasciando uno spazio intorno al pavimento di 5-6 cm. circa fra le pareti della cassa e il blocco di pavimento da recuperare (foto 3).

Foto 1 - 2 - 3

Colare del gesso "da formatori" fino al riempimento completo dello spazio laterale lasciato libero, armando accuratamente la colata con rete metallica o plastificata; le pareti di gesso devono arrivare al disotto della superficie (calpestio) del pavimento (foto 4 - dis.1).

Foto 4

Esecuzione di diversi punti di chiamata sopra le pareti in gesso, protezione della superficie del pavimento con foglio plastificato e colata di gesso a chiudere il sarcofago (dis.2).

Chiusura della cassaforma con assi di legno (dis.3) a scopo di collegamento e rinforzo. Successivamente con delle lame in acciaio viene eseguito il taglio del blocco di terra, capovolgendo poi la cassa su di un robusto pianale per il trasporto in laboratorio (dis.4 e 5). Giunti in laboratorio, con la cassa già capovolta, si inizia a togliere la terra (o sabbia) fino a mettere in luce la preparazione del pavimento (vespaio) adottando lo stesso criterio dello scavo stratigrafico allo scopo di individuare eventuali strati tra la preparazione e la terra vergine (dis.6). Una volta portata alla luce tutta la preparazione si eliminano (con della creta) tutti i sottosquadri, questa operazione serve a far si che il basamento-contenitore possa essere rimosso in qualsiasi momento senza danneggiare l'integrità del manufatto. Si procede allo smontaggio della cassa di legno, poi, un lato per volta, si taglia il gesso servito per il recupero del pavimento, liberando così la preparazione e mettendo a vista tutti gli strati (foto 5, 6 - dis.7). Più la sezione si libera dal gesso e più aumenta il rischio di rotture e sgretolamenti.

Disegni 1 - 2 - 3  

Disegni 4 - 5

Disegni 6 - 7 - 8

Foto 5   Foto 6  

"LE FASI DI INTERVENTO"

Per evitare tali rischi si procede eliminando i nuovi sottosquadri con della creta, e applicando un separatore (film pack), si bloccano gli eventuali cedimenti del pavimento con delle garze gessate. Ultimata questa operazione, il blocco di pavimento si presenta con tutta la parte di preparazione (laterizio) libera, con i cubetti (calpestio) visibili lateralmente, e tenuti fermi dal coperchio in gesso. Poi con la creta si modella il profilo della parte che dovrà essere visibile sia del pavimento che del vespaio, ottenendo di conseguenza il modello di quello che dovrà essere il contenitore-base (in gesso) dei pavimenti (foto 7). Ultimata questa operazione si isola il tutto con un separatore (foglio plastificato). Costruendo intorno alla modellatura in creta e colmando lo spazio della cassaforma stessa con una colata di gesso, che una volta indurito e asciutto permette di capovolgere la cassaforma in completa sicurezza, e rendendo così visibile la porzione di pavimento recuperata (foto 8). Si è proseguito il restauro ripulendo le superfici e le stratigrafie di preparazione dai vari tipi di sporco e incrostazioni presenti. Si è reso necessario un consolidamento eseguito con Primal al 3% diluito in acqua e in alcuni casi (pavimento a graniglia) con silicato di etile.

Foto 7  Foto 8 - 9  Foto 10 - 11

Come precedentemente descritto, volevamo fare in modo che questi pavimenti, una vola esposti, rappresentassero la porzione di terra completa di stratigrafia tale e quale allo scavo. Oltre ai pavimenti è stato recuperato anche lo strato di sabbia vagliata che fungeva da cuscinetto alle strutture. Per "patinare" il gesso delle basi si è impastata la sabbia con del Primal al 3% diluito in acqua creando una malta che è stata applicata su tutte le pareti (dopo averle adeguatamente preparate con il Primal al 3%). Una volta asciutto, tolta la protezione, abbiamo ottenuto l'effetto di avere una porzione di pavimento (calpestio) con la stratigrafia delle varie fasi di preparazione (vespaio) inglobata in un blocco di terra appena scavato (foto 9,10 e 11 dis. 8). Le tipologie dei pavimenti recuperati sono:

Pavimento in cocciopesto con preparazione eseguita con frammenti di laterizio, vasellame e sabbia per livellare, mischiata a piccoli frammenti di laterizi.

Pavimento a graniglia (o marmettola) impastata con della malta magra; con preparazione eseguita con ciottoli di fiume, sabbia per livellare e piccoli frammenti di terracotta.

Pavimento a cubetti fittili con preparazione eseguita con frammenti di laterizio, sabbia per livellare mischiata a piccoli frammenti di terracotta e sopra, un piccolo strato di malta magra sulla quale applicare i cubetti.

 

Riscoprire le radici di una città nel tempo passato, anche in quello più remoto, è un'operazione di arricchimento per tutti i suoi abitanti. Ma la storia del proprio territorio acquista un significato vivo solo quando diventa patrimonio ed esperienza di tutta la cittadinanza. Proprio per questo l'Associazione Archeologica Volontariato Mediovaldarno con la propria attività cerca di coinvolgere tutti coloro che hanno un minimo interesse per la storia del proprio territorio ma anche coloro che pur non abitando nelle zone di competenza dell'associazione mostrano interesse per l'archeologia. Non a caso fanno parte dell'associazione molti studenti che frequentano corsi di laurea in archeologia, i quali vengono a contatto in modo pratico con le varie metodologie di scavo che non sono sempre facilmente accessibili durante la frequentazione dei vari corsi universitari. L'associazione, oltre ad agire sul territorio di Empoli e Montespertoli con una azione di ricerca, sorveglianza ed intervento in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per la Toscana, è legata ad una convenzione con l'Amministrazione Comunale di Empoli per la raccolta, catalogazione e tutela del patrimonio archeologico.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Associazione Archeologica Volontariato Mediovaldarno

Sede: Piazza Farinata degli Uberti, 10/11 - 50053 Empoli (FI) - C.P.218

Archivio e restauro: Via Bronciani, 10 - Loc. Molin Nuovo - 50053 Empoli (FI)

E-mail: info@archeoempoli.it

 

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